Il Governo PD-Movimento 5 Stelle si trova a presentare a stretto giro il decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2020. Come sempre, il problema sono le risorse necessarie per attuare le diverse politiche, quest’anno aggravato dalla necessità di reperire 23 miliardi solo per disinnescare le clausole di salvaguardia che provocherebbero, dal 1° gennaio 2020, un aumento alle aliquote IVA. Uno dei pilastri del nuovo Esecutivo è la lotta all’evasione fiscale, così da aver maggiori entrate su cui poter poi fondare ulteriori misure.

La prossima settimana dovrebbe essere presentato il testo del decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2020, che dovrebbe anche contenere le misure della lotta all’evasione da cui i tecnici si aspettano nuove entrate. Vediamo quali proposte sono in fase di valutazione:

  • modifiche ai rimborsi che scaturiscono dalle dichiarazioni dei redditi “730” e “Redditi”. Infatti dai rimborsi potrebbe essere direttamente detratto l’importo di cui il contribuente è debitore verso l’Erario;
  • slittamento dei termini di pagamento previsti per la rottamazione delle cartelle esattoriali che passa così dal 31 luglio al 30 novembre;
  • modifiche al regime forfettario con aliquota al 15% per i redditi fino a 65.000 euro. Lo scopo è sempre la riduzione dell’evasione fiscale e pertanto saranno introdotti nuovi limiti di accesso/permanenza nel regime, con particolare attenzione alla presenza o meno di dipendenti. Per lo stesso motivo è quasi sicura l’abolizione del regime agevolato con aliquota al 20% per i redditi fino a 100.000 euro;
  • modifiche all’IMU e TASI che probabilmente saranno fuse insieme in una tassa unica sul mattone, e sulle quali sarà concesso maggior potere di controllo e riscossione da parte dei Comuni grazie anche all’accesso alle banche dati di cui è già in possesso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. L’obiettivo della norma sarebbe quello di semplificare le imposte sul mattone e fondare il calcolo su dati reperibili dagli enti locali, così da permettere la predisposizione di modelli precompilati da spedire ai contribuenti;
  • Creazione di un anagrafe digitale in cui i contribuenti potranno verificare la propria posizione fiscale;
  • stretta sulle compensazioni dei crediti: se l’importo Ires, Irpef e Irap da compensare è maggiore di 5.000 euro, potrà essere utilizzato solamente dopo aver presentato all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione dei redditi.