Ieri 21 novembre il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato:

  • il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023;
  • il bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 e l’aggiornamento del Documento programmatico di bilancio (DPB).

Premesso che il testo approvato non è ancora disponibile, il comunicato stampa diffuso nella tarda serata dall’Esecutivo specifica che, i provvedimenti quantificano l’ammontare del valore delle misure contenute nella manovra di bilancio in 35 miliardi di euro.

La manovra si basa su un approccio prudente e realista che tiene conto della situazione economica, anche in relazione allo scenario internazionale, e allo stesso tempo sostenibile per la finanza pubblica, concentrando gran parte delle risorse disponibili sugli interventi a sostegno di famiglie e imprese per contrastare il caro energia e l’aumento dell’inflazione.

Sinteticamente, secondo i dettagli del comunicato stampa la misura prevede:

  • stanziamenti per interventi di riduzione del cuneo fiscale e dell’Iva su alcuni prodotti;
  • aumento dell’assegno unico per le famiglie;
  • agevolazioni sulle assunzioni a tempo indeterminato per donne under 36 e per percettori di reddito di cittadinanza;
  • proroga delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa per i giovani;
  • estensione della flat tax fino a 85.000 euro per autonomi e partite Iva;
  • una “tregua fiscale” per cittadini e imprese che in questi ultimi anni si sono trovati in difficoltà economica anche a causa delle conseguenze del COVID-19 e dell’impennata dei costi.

Di seguito, alcune anticipazioni in materia fiscale secondo le anticipazioni del Governo trapelate nei giorni scorsi in attesa di visionare il testo del provvedimento.

Tassa sugli extraprofitti: le anticipazioni

La tassa sugli extraprofitti seguirà il regolamento comunitario e andrà a tassare gli utili delle società energetiche e non più il fatturato Iva.

L’aliquota dell’imposta secondo le novità comunitarie, potrebbe essere almeno del 33% rispetto all’attuale 25%.

Resta comunque da versare entro fine novembre il saldo 2022 con le regole attuali.

Il versamento del saldo al 30 novembre sarà comunque considerato come un secondo acconto dopo il primo del 31 agosto e in attesa del terzo presvisto per il 31 marzo a conguaglio con pagamenti sulla base delle nuove regole in vigore dal 1° gennaio con la legge di bilancio.

Coloro i quali andranno a credito rispetto a quanto versato, beneficeranno di un credito di imposta da portare in compensazione, chi invece sarà a debito integrerà l’imposta dovuta senza sanzioni e interessi.

Cartelle e collaborazione volontaria: le anticipazioni

Il Governo prepara un capitolo della manovra sulla legge di bilancio legata alla “tregua fiscale” all’interno della quale vi dovrebbe essere una nuova edizione della voluntary disclosure con due obiettivi:

  • far rientrare dall’estero o far emergere importi non dichiarati;
  • recuperare risorse da appostare sulle altre esigenze.

Ci si dovrebbe attenere alle regole per la collaborazione volontaria del 2015-2017 con una variabile aggiuntiva, ovvero quella di estendere l’ambito applicativo anche alle criptovalute, su cui finora la mancanza di una norma tributaria specifica sta creando molte incertezze tra gli operatori.

Per quanto concerne le cartelle si parla di un intervento su triplo binario a seconda dell’importo dei debiti iscritti a ruolo:

  1. fino a 1.000 euro si studia una cancellazione totale;
  2. per le somme iscritte a ruolo superiori a 1.000 euro e fino a 3.000 euro si pensa a una riproposizione rivista e corretta del saldo e stralcio. Sostanzialmente si pagherebbe a forfait un importo del 50%, comprensivo di imposte, sanzioni e interessi, con la possibilità di saldare il tutto a rate su un arco temporale di cinque anni;
  3. oltre i 3.000 euro dovrebbe prevedersi la possibilità di una sorta di rottamazione. L’imposta si pagherebbe per intero, ma verrebbe scontata la componente sanzioni e interessi da pagare sotto forma di un forfait del 5% da dilanzionare su 5 anni .

Flat tax: le anticipazioni

Come discusso e anticipato nelle ultime settimane, il Governo internderebbe estendere la flat tax al 15 % a una platea più ampia di partite IVA.

La nuova tassa, sembra essere una certezza e dal ministro Giorgetti è arrivata la conferma di una volontà del Governo di proseguire sull’ampliamento della soglia di ricavi e compensi per l’applicazione del regime forfettario.

La flat tax al 15% potrebbe interessare le partite Iva fino a 85.000 euro di ricavi per cercare di arginare quanto più possibile le sotto dichiarazioni di ricavi di chi non vuole superare l’attuale limite dei 65.000 euro.

Ancora da capire sono le tempistiche della misura, molto propbabile è che il nuovo tetto possa valere per i redditi 2023 e 2024.